LA CASA EDITRICE
(CHI SIAMO)
Un desiderio da trasformare in voce
Collettiva è una casa editrice indipendente che pubblica donne e persone femministe.
Sono passati molti anni da quando le scrittrici venivamo definite “piccole mele marce” nel momento in cui provavano a narrare sé stesse e le proprie esperienze, così come spiegava Virginia Woolf nel suo pamphlet “Una stanza tutta per sé” affermando che “mille penne vi aspettano se avrete il coraggio di scrivere e l’abitudine alla libertà”. L’invito era esplicito, persino rivoluzionario per i tempi. “Siete vergognosamente ignoranti” aggiungeva Woolf, perché le donne che osservava, sembravano non avere contezza di sé e delle proprie potenzialità. Agite, andate, scrivete, siateci e raccontatelo!
Diceva e aveva ragione. Ecco. Noi siamo nove donne che quel coraggio provano a esercitarlo, che si sforzano di coltivare quella libertà quotidianamente, per trasformarla in azione concreta, in parola scritta e in nuova consapevolezza.
Il nostro intento è, dunque, quello di prenderci un po’ di spazio nel mondo, riabilitando il gesto della scrittura nei luoghi in cui non trova lo spazio che meriterebbe, scandagliando la realtà, non con finalità auto-terapiche o consolatorie, ma sociologiche e intime. Con le nostre autrici ci confrontiamo di continuo su questo intento, parliamo di scrittura, condividiamo riflessioni, elaboriamo strategie di crescita. Noi intendiamo costruire una sorellanza, un percorso, che diventi pratica sociale e laboratorio permanente.
Non ci affidiamo a distributori, consegniamo a mano i libri alle librerie indipendenti che hanno abbracciato il nostro progetto, tenendoci lontane – al riparo per quanto possibile – dalle schiaccianti logiche del mercato.
I nostri libri sono ora in giro, nelle piazze, nelle strade, nelle biblioteche, nelle case, non su siti di vendita on line. I nostri libri, le nostre voci, intendono restare a lungo in giro, perché una voce, la sua storia, non ha alcuna data di scadenza, se non quella imposta dalla voce stessa, nel caso in cui decida di tacere.
C’è un altro elemento da non trascurare. Siamo a sud. Essere nella provincia leccese, vivaio che trabocca di eventi culturali, ci fa desiderare il piccolo, l’autentico, il sommerso. Ci mette al centro, pur consentendoci di restare al margine. Alza il livello della contraddizione, genera conflitti e possibilità di risoluzioni impreviste, offre molteplicità, visioni alternative, laterali. Per Collettiva resistere oggi vuol dire creare situazioni di scambio umano e relazione, allungare i ponti, costruirne di alternativi dove non ce ne siano così da favorire le conversazioni, la pluralità di pensiero, la promozione dei saperi specifici. Il nostro ideale di cartolina dal sud descrive ciò che solitamente resta fuori dall’inquadratura, fuori dal circolo letterario, rivela il frammento più autentico, il più brutale. Quello che scoperchia il vaso. Quello che rompe la cornice. Rivela la crepa. L’alone. La macchia. Per identità, per vocazione e contesto ambientale, il cuore del nostro progetto coincide, pertanto, con un cambio di prospettiva rispetto all’editoria classica, sia sul piano commerciale, che su quello umano e contenutistico. Perché i libri, tutti i libri che consideriamo necessari al cammino di autodeterminazione condiviso che abbiamo scelto di intraprendere, desideriamo portarli per mano
con noi. Ovunque si vada, così che la loro diffusione contamini e incontri tutto.
Siamo nove donne, dunque, che scrivono e fanno della scrittura un impegno quotidiano e una forma di contagio ragionato. Donne che scelgono di trasformare il gesto della scrittura in un apprendistato intellettuale, attraverso la pubblicazione di libri di genere diverso, spesso non convenzionale, attraverso ricerche tematiche, riflessioni, reading, laboratori di scrittura, di avvicinamento alla poesia e alla filosofia, percorsi di approfondimento su femminismo e sui femminismi tutti.
Donne che rubano dialoghi per strada, che restano da sole per ore in una libreria o in biblioteca, che chiedono libri in prestito o altrettanti ne regalano, donne che cercano la propria felicità personale e quella collettiva, che riflettono, fuggono o restano, che litigano con se stesse o con altri, donne che non vogliono stare zitte, che cercano modi nuovi per comunicare, donne che vengono raggiunte dall’ispirazione in fila al supermercato, in auto, ferme al semaforo. Donne che cambiano idea. Donne che stupiscono e si lasciano stupire. Donne che ascoltano, osservano, cercano.
Donne che vogliono dare voce ad altre donne – o meglio – ad ogni altro individuo che abbia le parole e le idee necessarie a una visione libera e autentica del proprio stare al mondo, raccontandolo, svelandolo, interpretandolo.
In altre parole, la nostra è una pratica politica letteraria attiva, oltre che intellettuale, che promuove e sostiene le verità individuali, anche e soprattutto quelle sommerse, dimenticate, considerate laterali o negate. Poiché troppo a lungo la scrittura delle donne è stata dimenticata o derubata, se non addirittura condannata, tanto è il lavoro ancora da fare, ancora lunghissimo il percorso da
condividere.
La cura è sempre relazione. Per questa ragione non siamo soltanto autrici o “direttrici” di collane, vogliamo esserne “curatrici”, rivendichiamo l’uso della parola cura, così intima e responsabile, così concreta, esatta, così capace di attivare tutti i sensi, oltre che i pensieri. Perché è nella cura, nell’attenzione verso il mondo degli altri che ciascuno si riconosce e cresce. Se è vero che le parole, come le immagini, sono necessarie alla circolazione delle idee, e che per la produzione del linguaggio e la visione sensata delle immagini è necessaria la relazione con gli altri, è evidente che questa mostra ci pone al centro di un circolo virtuoso e inarrestabile.
Qui vogliamo restare. E se la scrittura delle donne, come il loro corpo, è in costante cambiamento, è di questo mutare che vogliamo prenderci cura.
Della sorpresa, del desiderio fisico, erotico, dello spiazzamento ammutolito che ne deriva, per trasformarlo in voce.
La redazione di Collettiva
Simona Cleopazzo
Amo i film di Ken Loach, l’autunno, Grace Paley. Credo che per scrivere sia necessario amare la vita. Curo la collana prose minime.
Serena Gatto
Da sempre appassionata della lettura e della scrittura, ne ho fatto ora una vera e propria condizione esistenziale. Amo i gialli, la musica, il cinema e il teatro. Amo anche i numeri, l’ordine e le regole, per cui ho scelto di occuparmi dei diversi aspetti amministrativi e contabili della casa editrice.
Stefania Zecca
Nata a Lecce dove vive, è giornalista freelance. Dal 2022 cura, insieme a Simona Cleopazzo, la collana di poesia Prose Minime e l’ufficio stampa della casa editrice Collettiva. Appassionata di Silenzi, affascinata dagli animali.
Elisabetta Liguori
Ogni giorno mi innamoro e ogni giorno cambio idea, su tutto tranne che sullo scrivere: gesto che libera, risolve, fa brillare, svela e trasforma. Ho bisogno dei libri, dei miei e quelli degli altri, soprattutto quelli delle, sulle donne, per le donne. Li leggo, li cerco, li scrivo, li desidero, li scelgo. Ho scritto sette romanzi ma ne ho letti molti di più e non posso smettere.
Cristina Carlà
Nutro un profondo rispetto per la parola scritta e detta. Amo la poesia e le lingue straniere, in particolare adoro il francese. Collaboro con Colori Vivaci, magazine culturale e di eventi con sede a Bari; inoltre faccio parte del collettivo Slammals, con cui lavoro alla diffusione della poesia orale su tutto il territorio pugliese. Mi piace la musica popolare, i film in costume, Annie Ernaux, Wislawa Szymborska e le patatine fritte. Quando mi chiedono di parlare della casa editrice, mi viene sempre in mente una culla.
Curatrice della collana “Taccuini e altre cose”.
Loredana De Vitis
Loredana De Vitis, nata due volte a Lecce, nel 1978 e 2014, è filosofa per formazione, giornalista per mestiere e narratrice per necessità. Attualmente è borsista del dottorato nazionale in Gender studies all’Università di Bari. Femminista, ambientalista, amante del cibo buono e giusto, ha scritto tra l’altro “Welcome to Albània” (scaricabile online), “storie d’amore inventato” (20090 editore), “il posto di dio” (Collettiva edizioni indipendenti) e “amori in cottura” (Collettiva edizioni indipendenti). Blog personale: www.loredanadevitis.it
Teresa Musca
Insegnante di scuola primaria e lettrice a tempo pieno. Ama in ordine sparso molte persone, cose, animali, gli abbracci, le imperfezioni e un certo grado di confusione. La scrittura è una passione che pratica, però, come molti suoi alunni, “solo se adeguatamente sollecitata e motivata”.
Carla Maria Graduata
A 7 anni voleva fare la scrittrice, poi si è ritrovata avvocato. Per lavoro scrive “Deferenti saluti”, ma odia barocchismi e retorica. È una lettrice onnivora e una scrittrice per passione. Prova a prestare il suo vocabolario a chi non ce l’ha, a chi l’ha perso o a chi non ha il coraggio di usarlo. Antifascista dalla nascita, oggi è Presidente dell’ANPI di Mesagne (BR).